La dermatite atopica è costituita da un insieme di manifestazioni cutanee di tipo infiammatorio (dermatite sta infatti ad indicare che la pelle si arrossa, si infiamma, causa prurito e lesioni da grattamento) legate all’atopia, una predisposizione individuale e familiare allo sviluppo di allergie nei confronti di diverse molecole normalmente presenti nell’ambiente. Ne deriva perciò che la dermatite atopica è data da una combinazione di fattori genetici e fattori ambientali. È una malattia tipica dell’età pediatrica; nel 70% dei casi compare infatti dopo il 4 mese di vita e prosegue alternando fasi di riaccensione a fasi di benessere, con un progressivo miglioramento (fino quasi a scomparire) intorno all’età scolare (5-6 anni). In alcuni casi purtroppo la malattia può persistere fino all’adolescenza ed all’età adulta, senza mai poter raggiungere una completa guarigione.
Nel corso dei primi 2 anni di vita le lesioni hanno un aspetto “eczematoso” (la dermatite atopica viene spesso definita anche come eczema atopico): chiazze rosse, secche, desquamanti, spesso ricoperte da croste e squame giallastre, intensamente pruriginose, localizzate al viso (fronte, guance, mento), al corpo ed agli arti. Nel periodo successivo dell’infanzia e nell’adolescenza le lesioni tendono a localizzarsi in alcune sedi specifiche, quali le pieghe di gomiti e ginocchia, il collo ed il dorso delle mani, dove la pelle assume un aspetto ispessito, colore grigiastro, con quadrettatura cutanea ben evidente, sempre pruriginosa. La storia naturale della dermatite atopica è caratterizzata dal susseguirsi di riacutizzazioni, legate a fattori scatenanti differenti a seconda dell’età: nella prima infanzia devono essere individuati quei fattori che tendono a peggiorare la secchezza cutanea (detergenti aggressivi, bagno troppo frequenti non seguiti da una adeguata idratazione) o francamente irritanti (indumenti di lana o fibre sintetiche); successivamente la dermatite tende a seguire un andamento quasi stagionale, con peggioramenti in autunno/inverno favoriti dal clima freddo e/o eccessivamente secco, peggioramento in primavera legato all’esposizione ad allergeni ambientali stagionali, mentre d’estate si osserva generalmente una fase di miglioramento; riacutizzazioni si osservano dopo esercizi fisici, episodi infettivi, permanenza in ambienti polverosi o in seguito ad eventi emotivi o fortemente stressanti. Questa dermatite nasce su una evidente predisposizione genetica (nel 90% dei pazienti si ritrova una familiarità di I o II grado per malattie atopiche) che dal punto di vista cutaneo di manifesta con una ridotta funzione barriera: la pelle che si presenta secca e facilmente irritabile; inoltre è favorita la penetrazione in profondità di sostanze irritanti e/o sensibilizzanti, con possibile successiva comparsa di allergie.
Tra i fattori ambientali che ne causano il peggioramento ci sono sostanze irritanti esterne (saponi, detergenti, ecc..), sudorazione, infezioni microbiche e situazioni stressanti, ma anche allergeni alimentari, inalanti (polvere, muffa, polline) e da contatto. Negli ultimi 25 anni la percentuale dei bambini affetti è quasi raddoppiata, specie nei Paesi occidentali, a sottolineare il ruolo essenziale dei fattori ambientali.
La tendenza alla guarigione spontanea o al significativo miglioramento con la crescita interessa la maggior parte dei casi, che mantengono comunque una cute facilmente irritabile; tuttavia circa il 20% dei pazienti ha ancora i segni della malattia dopo la pubertà. Dati i molteplici fattori scatenanti, il trattamento non dovrà essere limitato solo alle riacutizzazioni ma alla prevenzione delle recidive ed alla “ricostruzione” ed al mantenimento dell’integrità cutanea: i cortisonici topici (creme, unguenti, emulsioni) sono di prima scelta nell’eczema acuto in quanto riducono l’infiammazione ed il prurito, ma di pari passo è necessaria una continua ed adeguata idratazione cutanea, con creme o balsami per il corpo da applicare più volte al giorno, bagni non frequenti e con detergenti specifici (oleosi o a base di avena o amido di riso). Di notevole aiuto è l’eliobalneoterapia. In ogni caso il medico specialista dermatologo saprà consigliare quale terapia specifica adottare per ogni fase della malattia, riconoscendone i segni e ricercando insieme ai familiari i possibili fattori scatenanti.