L’elettromiografia (o esame neuroelettrico) è una tecnica di indagine medica che consente di studiare le affezioni del sistema nervoso periferico, vale a dire di radici nervose, plessi, tronchi nervosi e muscoli; in tali casi questa indagine consente di identificare la sede, il tipo e la gravità della patologia, indirizzando inoltre la terapia e la prognosi.
L’indagine elettromiografica è indicata in ogni occasione in cui il medico (neurologo o altro specialista o medico di medicina generale) sospetti una malattia del sistema nervoso periferico; l’esame infatti è utile in presenza di sintomi quali riduzione o abolizione della sensibilità cutanea, formicolii o altre forme di parestesie, deficit di forza a carico dei muscoli di uno o più arti, riduzione del volume di singoli gruppi muscolari, sintomatologie dolorose di tipo neurologico. In questi casi l’esame elettromiografico non è sostituibile con altri tipi di indagine diagnostica.
L’esame neuroelettrico consiste nella combinazione di due metodiche: l’elettroneurografia, la quale studia la conduzione dei nervi attraverso la applicazione di piccoli stimoli nervosi e la registrazione tramite elettrodi di superficie, e l’elettromiografia propriamente detta, o elettromiografia ad ago, che viene attuata attraverso l’infissione in alcuni muscoli di un sottile ago di registrazione, monouso.
In mani esperte e limitando all’indispensabile i distretti da esplorare l’esame non è particolarmente fastidioso. L’esame neuroelettrico non presenta pressoché alcuna controindicazione, né, tranne grossolani errori da parte dell’operatore, effetti collaterali (se si esclude la occasionale comparsa di piccoli stravasi ematici nella sede di iniezione). La durata, a seconda della complessità, varia da 20’ a 60’.
L’esame viene condotto da un medico specialista in neurologia e neurofisiologia, il quale provvederà preliminarmente a raccogliere informazioni circa la storia clinica, i sintomi e gli eventuali esami eseguiti in precedenza, eseguirà materialmente l‘esame, ed infine stilerà il referto dell’indagine, informando il paziente sulle risultanze relative.
L’esame elettromiografico consente di studiare una serie ampie di patologie, quale esempio:
– Sciatalgie e lombosciatalgie
– Brachialgie e cervicobrachialgie
– Lesioni traumatiche di radici, plessi e tronchi nervosi
– Malattie compressive di radici, plessi e tronchi nervosi, come la sindrome del tunnel carpale e la compressione del nervo ulnare al gomito
– Polineuropatie (malattie diffuse dei nervi periferici), quali quelle dovute a diabete, insufficienza renale, carenze di sostanze neurotrofiche, effetti collaterali da farmaci, eccetera.
– Malattie dei muscoli e delle placche neuromuscolari, quali miositi, distrofie muscolari, miopatie acquisite, miastenia gravis.
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